Nell'articolo «Fratelli d'Italia nessuno vi ama», Miguel Gotor, storico dell'Università di Torino, stimolato da un recente attacco del Wall Street Journal (giornale che, l'altro ieri, ha affermato – a mio avviso rilevando un dato oggettivo – che «l'Italia non è come le altre democrazie occidentali») effettua un'interessante carrellata “storica” di pregiudizi stranieri sull'Italia. Di tale articolo, però, mi ha colpito quanto segue. Scrive Gotor:
«Gli architravi di questa retorica del pregiudizio, un vero e proprio luogo-comunismo straniero, fanno dell'italiano il prototipo del traditore, dell'inaffidabile, del corrotto, del furbastro, dell'imbelle, dell'opportunista, dell'effeminato».
“Effeminato”? Ho tentato inutilmente di trovare nell'articolo un esempio storico di tale specifico pregiudizio, affibbiato nella sua considerazione negativa; ma, purtroppo, Gotor non lo riporta. Le mie conoscenze storiche sono limitate, e per questo mi piacerebbe davvero sapere chi e quando ha detto, con spregio, che gli italiani sono un popolo di “effeminati”.
Mi chiedo, infine, chi oggigiorno possa dire con disprezzo “effeminato” a qualcuno senza cadere nel ridicolo. Monsignor Odo Fusi Pecci a parte.
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