L'Osservatore romano ha tutti i diritti di commemorare criticamente José Saramago. Certo, lo scandalo è che lo faccia nel momento in cui si dovrebbe “cristianamente” stare zitti e portare massimo rispetto per il defunto; ma si sa che, da tempo e per fortuna, per il Vaticano è più facile “bruciare” i morti che i vivi. Comunque, critica a parte, l'articolo mi sembra molto ben documentato. Lo strano è, invece, che giornali on-line quali il Corriere e Repubblica riportino tale “attacco” post-mortem senza linkare la fonte, né l'autore dell'articolo, riportando la notizia solo per il gusto del pettegolezzo. Ma è mai possibile, mi chiedo, che nelle rispettive Redazioni Online dei due prestigiosi quotidiani non vi sia nessuno in grado di replicare in modo e con uno spessore analogo all'articolo di Claudio Toscani? Occorre aspettare qualche blogger, più attrezzato di me sulla poetica dello scrittore portoghese, per avere una decente contro-replica agli argomenti dell'Osservatore Romano?
In fondo, a leggere l'articolo da un'angolatura diversa rispetto a quella clericale, non si può non notare, in realtà, come esso sia una critica alla rovescia dell'opera di Saramago, il quale si sentirebbe senz'altro compiaciuto dell'effetto provocato dai suoi libri presso l'Organo ufficiale della Santa Sede.
4 commenti:
Hai ragione. Saramago ne sarebbe contentissimo.
Saranno sommersi dall'oblio.
un riconoscimento postumo della sua libertà di pensiero e della sua coerenza
ci mancherà moltissimo...
bello questo
di riconosvcimento
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