domenica 4 aprile 2010

Pasqua 2.

«[...] ho citato il fisico Paul Davies il quale proclama che la capacità riflessiva della mente umana non può essere “un dettaglio banale, un sottoprodotto secondario di forze prive di mente e scopo” e ho suggerito che il fatto di essere un prodotto collaterale di forze prive di mente e di scopo non la priverebbe di importanza. Ho anche sostenuto che Darwin ha fatto vedere come, in effetti, ogni cosa importante è proprio un prodotto siffatto. Spinoza chiamava l'essere supremo Dio o Natura (Deus sive Natura), esprimendo in tal modo una sorta di panteismo. Si sono avute molte varietà di panteismo, ma di norma non riescono a spiegare in modo convincente in che modo Dio è distribuito in tutta la natura. [...] Darwin offre una spiegazione: è nella distribuzione del Progetto in tutta la natura, che genera, nell'albero della vita, una creazione assolutamente unica e insostituibile, uno schema di fondo reale nelle immisurabili estensioni dello spazio dei progetti che non si potrebbe mai riprodurre esattamente nei suoi numerosi dettagli*. Che cos'è il lavoro progettuale? È quel meraviglioso connubio di caso e necessità, che si realizza in migliaia di miliardi di luoghi nello stesso momento, a un migliaio di miliardi di livelli differenti. Quale miracolo ne è stato la causa? Nessun miracolo. È semplicemente capitato che accadesse, a tempo debito. Si potrebbe persino dire, in un certo senso, che l'albero della vita si è creato da solo. Non in un unico fiotto istantaneo e miracoloso, ma con un'estrema lentezza, nel corso di miliardi di anni.
Questo albero della vita è un Dio che si potrebbe adorare? Pregare? Temere? Probabilmente no. Tuttavia, ha effettivamente creato l'edera e il cielo blu [...] L'albero della vita non è perfetto né infinito nello spazio o nel tempo, ma è reale, e se non è l'Essere di cui non si può immaginare nulla di più grande di sant'Anselmo, è senz'altro un essere più grande di qualsiasi cosa chiunque tra noi potrà mai concepire a un livello di dettaglio degno dei suoi dettagli. È qualcosa di sacro? Sì, rispondiamo Nietzsche e io. Non potrei rivolgergli una preghiera, ma ne posso affermare la magnificienza. Questo mondo è sacro».

Daniel C. Dennett, L'idea pericolosa di Darwin, Bollati Boringhieri, Torino 1997

P.S.
Non sono talmente esperto da dare una mia risposta al prof. Massimo Piattelli Palmarini. Tuttavia, mi chiedo se egli abbia letto questo passaggio dennettiano; giacché se così fosse, alla seguente domanda di Angelo Aquaro [vedi qui]
«E che cosa cambia quando spostiamo la selezione naturale dal piedistallo?» non credo che avrebbe così risposto:
«Si reintroducono le scienze sociali: la filosofia, la filosofia del diritto, dell' estetica. Si reintroducono quei grandi temi che per fortuna non sono mai morti».


*Grassetto mio

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