martedì 13 aprile 2010

La tela della fede

Dato che sono un suo lettore, stasera voglio spingermi in una riflessione collaterale da lui provocata (e provocata anche da una breve - sarcastica - discussione in merito avuta con qualche mia collega oggi, ove si parlava di un pullman organizzato da una parrocchia del mio habitat lavorativo per andare a vedere il sudario di Cristo).
Bene, io penso che, aldilà del fatto stesso che la Sindone sia un falso (lo è) o meno, cosa ne viene al fedele da adorare tal sudario-feticcio? Ti perdona l'aborto? Cos'altro ti dà? Salva posti di lavoro a Mirafiori? Estendo la cosa: quand'anche una madonnina votiva di periferia pianga sangue, o tutte le altre tipologie di miracolo pagano manifestantesi nel passato, nel presente e nel futuro fossero reali manifestazioni del divino, che tipo di divino è stato, è e sarà quello che si è manifestato, manifesta e manifesterà così alla cazzo di budda? E cosa ne viene all'umanità da tali fenomeni paranormali se non ulteriore ingabbiamento nella prigione mentale della fede, della superstizione, dell'idolatria? Lo so, i miei sono discorsi inutili, infedeli, come di uno che la sa lunga. No, invece. Io non la so affatto lunga. Io so solo che chi appiccica volontariamente la propria vita a una collosa fede rimane invischiato nella tela di quella religione; e chi non comincia a dubitare e a dibattersi resta in essa intrappolato finché i ragni della casta sacerdotale non cominciano a nutrirsi della sua mente, della sua carne.

3 commenti:

Weissbach ha detto...

Da Spinoza di oggi:
Il valore della Sindone è stimato in 15 milioni di euro. Chissà l’originale!

paopasc ha detto...

Mettiamola così.
E' sicuro che altro,al di là di un puro simbolismo, la sindone non può fare. Sono altresì seccato di vedere lunghe file di gente ossequiarla disertando magari l'ossequio di tanti innocenti abusati, questi ultimi veramente bisognosi di attenzione e solidità affettiva.
Pure, il popolino, del quale facciamo parte, crede, ma non crede fino in fondo. O meglio, crede, ma se c'è qualcosa che sembra CONFERMARE la sua fede; crede ancora di più. Si convince.
Nonostante questo, non mi sento di aggredire chi se ne sta in fila per vedere con gli occhi, per annusare il profumo del divino. Più ancora di ciò che dicono (e fanno) i pretonzoli (che pure ne faranno anche di buone)vale, per il popolino, ciò che lui sente e teme. E il vedere la prova, o una prova, rafforza le sue convinzioni.
Ora, io voglio sapere se, in un numero limitato di costoro così interiormente formati da tali consapevolezze, si instilla la conversione altruistica, che come notorio è basata su fatti empatico-emotivi. Eh si, perchè anime atee e incallite come la mia, per quale via possono raggiungere la medesima e (presunta) disponibilità empatica verso gli altri?Dio c'è da sempre e sempre ci sarà. Anche in me, che sono ateo, balugina un'idea di qualcosa increato, che mi tollera e ama al di là di tutto, che mi giustifica come vivente, riporta il centro dell'universo su me stesso, mercè Lui. In fondo, Dio è lì proprio per quello, per ridarmi il protagonismo di cui ho, come tutti gli umani, incessante bisogno.
E tu, Luca?
poi la gerarchia ecclesiastica, parte di quella è un'altra cosa dalla religiosità.

Luca Massaro ha detto...

@ Weissbach
Grazie della segnalazione

@ Paolo
Ti risponderò: il tuo ragionamento merita una risposta approfondita (per quanto potrò): magari ne approfitterò per fare un post.
:-)