giovedì 1 aprile 2010

Giovedì santo

Poche ore prima di essere arrestato, Gesù tra varie cose, disse anche (Gv, 15, 12-17):

«Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel nome mio, ve lo conceda. Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri».

Mi chiedo quanto di questo insegnamento sia recepito oggi dalla Chiesa. Ovvero se le gerarchie ecclesiastiche (che si costituiscono nel nome di Cristo) possano anch'esse, come Gesù, chiamare amici i propri fedeli e non servi. Ovvero ancora quanto esse siano incatenate (ancora!) nella logica padrone-servo e non abbiano spezzato, rotto, ridiscusso, negato questo rapporto tra uomini - cosa che fece il Figlio dell'Uomo. Sarete miei amici se farete ciò che vi comando. Ma cosa vi comando? Che vi amiate gli uni gli altri. Basta. Stop. Fine del discorso. E invece tale semplice logica di amore e amicizia, eros (sì eros!) e agape è andata nei secoli completamente a farsi fottere. La Chiesa ha un bisogno disperato di servi. E i servi - che credono di utilizzare la Chiesa pei propri miseri interessi di bottega - non si accorgono di quanto invece siano da essa utilizzati, asserviti, schiavizzati.

Una Chiesa che non sa spogliarsi dei propri orpelli, che non sa sfruttare le (legittime) accuse rivoltegli, che non sa entrare da sola nel podere del Getsemani, per sentirsi solaPadre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà» (Lc, 22, 42)] e che, anzi, rifiuta solitudine e contrattacca coi soliti tormentoni politici e puramente mondani di imposizione della propria volontà, è una Chiesa terribilmente lontana e indegna di ricordare il cammino della via Crucis. Perché questa è una Chiesa che se venissero ad arrestarla accetterebbe di essere difesa con le spade dei propri zelanti (incoscienti) servitori. Non fermerebbe alcuna mano, anzi la armerebbe - come sta facendo. E una Chiesa che non si consegna ai tribunali della Storia è una Chiesa che rifiuta la Crocifissione, vale a dire rifiuta il simbolo stesso sul quale si fonda.

3 commenti:

il mio nome è mai più ha detto...

Col passare del tempo ho capito di essere, e di essere sempre stata agnostica.
Tuttavia credo fermamente che se Dio esistesse, non riconoscerebbe questa associazione a delinquere che dice di operare nel suo nome.

Luca Massaro ha detto...

Nutro lo stesso sentimento. Di più: tale "associazione" mi pare faccia un'appropriazione indebita dei Vangeli...

il mio nome è mai più ha detto...

Distorta.