sabato 10 aprile 2010

Il ridicolo tra noi



«Ma quasi sempre gli esseri umani sono ridicoli, e quasi sempre le opere d'arte sono ridicole, diceva Reger, e lei¹ può risparmiarsi la fatica di ridicolizzarli e ridurli a caricature. Quasi tutti gli esseri umani sono comunque incapaci di ridurre le cose a caricature, essi osservano tutto fino in fondo con la loro aria terribilmente seria, diceva, e non sono neppure sfiorati dall'idea di una caricatura, diceva. Vanno a un'udienza papale, diceva, e prendono sul serio il Papa e l'udienza, vita natural durante; è ridicolo, la storia dei papi è piena zeppa di caricature, diceva. Certo che San Pietro è grande, diceva, ma non si può dire che non sia ridicola. Provi a entrare in San Pietro e a sbarazzarsi completamente delle centinaia e delle migliaia e dei milioni di menzogne storiche del cattolicesimo, e vedrà che senza dover aspettare a lungo tutta San Pietro si trasformerà per lei in una cosa ridicola. Provi a recarsi a un'udienza privata e ad aspettare il Papa, e vedrà che ancora prima che arrivi, il Papa le sembrerà ridicolo, e in effetti è proprio ridicolo quando si presenta nel candore kitsch del suo abito di pura seta. Ovunque in Vaticano lei volga lo sguardo, tutto è ridicolo; purché lei si sia sbarazzato delle menzogne storiche del cattolicesimo e della piccineria universale del cattolicesimo, diceva Reger. Vede, il Papa cattolico se ne sta seduto come un burattino giramondo, imbellettato e impantofolato sotto la sua campana di vetro antiproiettile, circondato da burattini di rango superiore e inferiore imbellettati e impantofolati e il tutto è ridicolo, disgustosamente ridicolo».

Thomas Bernhard, Antichi maestri, Adelphi, Milano 1992 (pag. 79-80)

¹Reger, il protagonista del libro, parla all'io narrante dello scrittore. Reger è un vecchio signore, esperto di arte (un critico?) che passa seduto intere giornate nella Sala Bordone della Pinacoteca di Vienna, guardando il celebre Ritratto di uomo dalla barba bianca di Tintoretto.

5 commenti:

Gians ha detto...

Non conoscessi il viso di Malvino, direi che il disprezzo dei suoi occhi nei confronti del vaticano all'incirca dovrebbe corrispondere al ritratto del Tintoretto, su quello di Fabristol non saprei. :)

Anonimo ha detto...

Sul mio viso c'è un vasto sorriso quando penso al Vaticano. Come Reger lo trovo ridicolo e risibile. Ciò che disprezzo è il mondo che lo segue.

Marco Fulvio Barozzi ha detto...

Non riesco a essere così distaccato come Fabristol quando penso al Vaticano e al suo contenuto. Non era la bomba al neutrone che elimina gli esseri viventi e risparmia le cose?

il mio nome è mai più ha detto...

Sinceramente non rido e non disprezzo, ma sono ogni giorno più inorridita e preplessa. Questo sì.

Luca Massaro ha detto...

Il bello è che Bernhard scrisse queste pagine quando era in carica GP2: non voglio immaginare cosa avrebbe scritto con l'attuale B16