domenica 18 aprile 2010

Comunione e televisione

Leggendo la soavità della riflessione di quel laico non credente di Malvino, mi sono visto: sì, mi sono visto quando anni or sono mi mettevo in fila a prendere l'ostia consacrata e di come sempre mi sia sentito gli occhi addosso di tutti i partecipanti alla messa, soprattutto quando ero lì ad aprir la bocca per mangiare il corpo di Cristo.
Gli occhi su di me, il mesto ritornare al mio posto, a volte inginocchiarmi e a pregare perdono, Padre, perché ho molto peccato.
Questa impressione era forse dovuta al fatto che sono andato sempre di rado a messa.
E poi ho sempre avuto il terrore che qualcosa andasse storto, nel senso che vi fosse un intoppo al momento di ingerire l'ostia. Infatti, ricordo benissimo quando una volta aprii poco la bocca e il sacerdote mi sbatté l'ostia sugli incisivi. Divenni tutto rosso, consapevole di aver molto peccato (erano i giorni ribaldi de Le Ore e di Supersex e di atti impuri a ripetizione). Ricordo anche quando, per imitazione del gregge circostante, cominciai anch'io a prender in mano l'ostia per poi subito manducarla; ma una volta (andai alla messa di una chiesa di un monastero di suore camaldolesi di clausura) capitò che tardai ad ingerire l'ostia; la monaca che aiutava il prete mi rimproverò ad alta voce davanti a tutti: «l'ostia va subito messa in bocca!» gridò, facendomi fare una figura di merda incredibile.

Adesso è un po' d'anni che ho smesso di comunicarmi e confessarmi (cattolicamente intendo, giacché qui mi comunico e confesso abbastanza).

«O signore non son degno di partecipare alla tua mensa ma dì soltanto una parola ed io sarò salvato».
Chissà cosa gli avrà detto Dio a Berlusconi dopo che questi ha pronunciato tali parole (se le ha pronunciate). Secondo me gli ha detto: «Va' Silvio, sei in diretta, e ci sono milioni di persone».

1 commento:

il mio nome è mai più ha detto...

:-|
Mah: anch'io ho pensato che abbia potuto pensare alla "visibilità". oltre e nonostante la morte dell'amico fraterno, e di quella povera vedova ridotta veramente male.
Quand'ero piccola le suore mi dicevano che l'ostia andasse ingoiata senza che i denti la toccassero.
Quanto tempo ho passato, povera me, a far lavorare la lingua per staccare il corpo di Cristo che, inevitabilmente, si attaccava al palato come un edesivo.