domenica 7 giugno 2009

Dio è amore, eccetera

Tra l'infinitamente grande (macro-universo) e l'infinitamente piccolo (micro-universo) ci siamo noi nel mezzo, nel centro, infinitamente stronzi.

Sì, Dio è amore eccetera. Ma, Dio caro, perché oltre all'amore v'è anche qualcos'altro di non tanto amorevole come l'amore, tipo: malattia, dolore, violenza eccetera?

Lo so che l'amore è quella cosa che ti far stare bene, che ti fa pensare all'esistenza di qualcosa che ti supera, che ti dà la sensazione precisa che davvero ci sia un significato nell'universo: il tenero abbraccio materno, la stretta di mano paterna, le prime amicizie, i primi amori, i primi inaspettati pompini¹, la donna (o l'uomo) a cui giuri amore eterno, l'amicizia vera, la nascita dei propri figli e il vederli crescere sani e felici, vedere i propri genitori invecchiare in relativa salute fisica e mentale eccetera. Ma tutto questo amore “confinato”, grande e splendente, meraviglioso quanto si vuole, quest'amore è sufficiente a dire che Dio è solo amore e ad ammetterne per ciò stesso l'esistenza? È questo che garantisce l'autorità terrena del Papa, del Pope, dell'Imam, del Rabbino, del Dalai Lama eccetera? Perché che cazzo c'entra l'amore sopra detto con tali Autorità e con le religioni che essi rappresentano? Non sono le religioni un limite a tale amore, dei fallaci tentativi di regolamentarlo?

Non so perché, ma non capisco (o meglio capisco) perché tanti fedeli religiosi queste domande non se le pongano, soprattutto non le pongano a coloro i quali essi ritengono, appunto, autorevoli rappresentanti di Dio in terra.


1. «Lo sai perché dovremmo provare pena per un ateo? Perché quando gli fanno un pompino non ha nessuno da invocare» cit. in Jim Holt, Senti questa, ISBN, Milano 2009

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