sabato 27 giugno 2009

Fare politica




Premessa.
Questo sotto sarebbe dovuto essere un "breve" commento a questo ottimo post di nonunacosaseria. Dato che è venuto un po' lungo, ne faccio un post.


Non essendoci in Italia una vera e propria scuola di formazione politica (come in Francia, ad esempio), dal dopoguerra fino a pochi anni fa si diventava politici soprattutto (e quasi esclusivamente) attraverso le scuole dei vari partiti. Il problema principale è che i partiti non sono più degli efficaci selezionatori di un'accettabile classe dirigente. Col senno di poi, persino la scolastica democristiana era qualcosa di più dignitoso dell'attuale situazione; persino i peggiori e oscuri padrini democristiani, al confronto di molti politici odierni, erano dei giganti della Politica.

Se da un lato (a destra) abbiamo l'esempio primo di colui che, da imprenditore, “s'è prestato alla politica” (per rimanerci incollato, purtroppo) – da cui ne consegue, costitutivamente (basti pensare a ciò ch'era ed è Forza Italia), che molti quadri del “partito” derivano dall'esempio fondatore; dall'altro lato (sinistra) abbiamo – dopo le varie rivoluzioni-involuzioni partitiche – il goffo tentativo di seguire, per mimesi d'appropriazione, l'esempio berlusconiano che tanto successo ha avuto ed ha.

Quindi, che fare? Chi può (e come si può) oggi fare politica e farla bene? Chi ne ha la voglia, la forza, il coraggio debitamente depurati da qualsivoglia arrivismo personale che non pregiudichino il fine principale di servizio alla polis?

Io no. Io ho già dei problemi ad amministrare me stesso, figuriamoci il prossimo. Se poi questo quasi quotidiano esercizio di scrittura possa essere considerato “politico” non posso e non voglio essere io a dirlo e a giudicarlo.

L'unica volta che mi sono impegnato politicamente è stata una quindicina d'anni fa in una lista civica (di sinistra) alle elezioni comunali del paese ove abito. Era il 1993, la DC stava crollando in ogni dove. Si presentarono due liste, la nostra (il Leone Rampante) e quella della DC. Arrivammo secondi. Fui eletto in corso di “legislatura” (per la prematura morte del nostro capolista – a proposito: un saluto, caro Mario e un ricordo affettuoso) come consigliere comunale. L'unica cosa di cui mi occupai in quel periodo era di affiggere aforismi nella nostra piccola bacheca di lista situata nel borgo del paese. Tenevo una specie di blog all'aperto antelitteram per capirsi. Mi diverto più ora, anche se a leggermi saranno meno persone. Ho capito ch'era inutile (o quasi) per i cittadini trovare frasi di Platone o Karl Kraus. Ma io mi divertivo a esporre i miei samidzat politici che non c'entravano nulla con i marciapiedi da rifare o le fognature comunali da completare. Eppure sarebbe bastato prendessi all'epoca una tessera di partito qualunque e profondessi, insieme allo studio universitario, un po' d'impegno, un po' di attivismo e, credo (forse presuntuosamente, ma non troppo) che a quest'ora sarei almeno un consigliere provinciale. Non l'ho fatto, non me ne pento. Era solo così per dire, per far capire che fare politica oggi, seriamente, onestamente, e con un briciolo d'intelligenza è tremendamente difficile.

4 commenti:

nonunacosaseria ha detto...

sì, condivido molto sia l'affermazione finale, sia il parallelo iniziale con l'esperienza francese. anzi, sai cosa? mi sa che nei prossimi giorni ci faccio un post, perché si parla tanto di riforme istituzionali alla francese, alla tedesca, all'inglese e ci si dimentica che dietro quell'istituto specifico che a noi piace tanto c'è tutto un mondo.

feliciano

Luca Massaro ha detto...

Verrò a leggerti volentieri.
:-)

giorgio saracco ha detto...

Ciao Luca. Il post mi ha colpito e mi ha rimandato ad una cosa che ho scritto qualche tempo fa ["pisa pì curt" (cfr. understatement) in www.giorgiosaracco.it]. Si potrebbe dire "la politica è come la spazzatura, fa schifo a tutti ma qualcuno la deve raccogliere" e forse il "qualcuno" sono coloro che più sentono questa responsabilità. Ciao. giorgio saracco [giorgio.saracco presso gmail]
ps. scusa l'imperizia bloggatoria ma sono, cronologicamente, un "matusa"

Luca Massaro ha detto...

Gentile Giorgio, nessuna imperizia. C'è del vero nella tua tesi di politica come spazzatura. Tuttavia, anche per fare lo spazzino occorre avere un diploma, o perlomeno qualcuno che t'insegni il mestiere :-)