Ho aperto una porta segreta e ho scoperto
che il cielo racconta più di quello che mostra
se gli si offre una formula giusta esso dice
che il tempo è uno specchio e la luce è un inganno.
Allora ho chiuso la porta in fretta e furia
perché il riscontro del vento cominciava
a frugarmi le tasche a farmi freddo nel cuore:
meglio non sapere mi son detto e continuare
a vivere dentro quello che sembra essere
la propria storia personale e soffocare il lamento
inopportuno di chi talvolta si mette a pensare
a qualcosa che lo sorpassa che lo supera
che lo stende a tappeto che lo addormenta
e invece di sogni leggeri li rende pesanti.
Non voglio riavvolgere nessun nastro del tempo
non voglio sapere niente, voglio far finta di essere
sano, inconcludente, beato sorriso di chi
non soffre le pene del dopo, del prima
e beve tutto quello che la realtà gli passa
cochecole ghiacciate spaccastomaco
vomitevoli volti alla tv e tutto diventa rifiuto
indifferenziato niente che si ricicli nel ciclo
delle proprie vite soddisfatte di essere inconsapevoli.
Domani vado a votare: ci sono dodici elezioni
e voto col vuoto nel cuore ma non importa.
È il mio momento, è il momento in cui io
m'impossesso del mio impotente potere
e mentre son lì solo dentro la cabina nascosto
dalla tendina di finto velluto marrone
ecco che mi apro i pantaloni e mi tocco e vengo
sulla scheda elettorale: lascio il segno su di te
democrazia, unico mio modo d'impossessarmi
del tuo corpo vilipeso da tanti stupratori seriali
schizofrenici che abusano da tempo immemore
della tua finzione.
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