sabato 11 settembre 2010

Cinque più uno


Stasera, poco prima delle 20,30, subito dopo il filmato in cui Bossi dichiara: «spero che Fini torni in ginocchio da Berlusconi», il conduttore di Sky TG24, per annunciare il servizio sulla sospesa condanna a morte di Sakineh, con leggerezza dice: «domenica scorsa, in Iran, sono state impiccate cinque persone, quattro uomini e una donna, con l'accusa di “terrorismo”». Nel servizio poi vien detto che l'Iran, con circa cinquecento esecuzioni capitali annue, è al secondo posto dopo la Cina che strabatte tutti con circa cinquemila esecuzioni annue (fonte Nessuno tocchi Caino).
Ora, io non biasimo certo il modo col quale il conduttore ha dato la notizia: voglio solo notare come la leggerezza del tono dell'emittente, intesa come assenza di gravità, abbia corrisposto nella giusta maniera alla mia capacità di ricevente, ed abbia toccato la corda dell'indignazione, del pensiero che subito è corso, per quel vale, a quelle cinque persone impiccate domenica scorsa nel silenzio più assoluto del regime teocratico iraniano perché timoroso di amplificare ancor più lo scandalo della condanna a Sakineh. Cinque persone che chissà per quanto sono state nel braccio della morte, con quale trattamento, quali pensieri, quali parole, se hanno potuto comunicare con l'esterno, salutare i propri cari, pensare a momenti particolari della propria vita, se hanno potuto ricordare di essere stati almeno un momento felici. Cinque persone, o cinquemila fa niente. Ma in quel caso, domenica scorsa, cinque persone impiccate, più una in Italia, Angelo Vassallo, crivellato dai colpi di pistola, esecutori di una sentenza di cui lui non era a conoscenza. Cinque più uno, domenica scorsa. E la corsa della morte ammazzata continua, sia essa legale (apparentemente) o illegale, o per motivi religiosi, o politici, o malavitosi, o ideologici, motivi di ricerca della giustizia
È drammatico, lo so. Ma l'unico modo per continuare a percepire il dramma è la leggerezza. Siamo a uno stato dell'evoluzione che ancora tollera che esseri appartenenti alla stessa specie possano continuare a uccidersi. Bisognerebbe che il nostro dna presto sviluppasse una sorta di freno inibitore capace di fermare la mano assassina. Dite che affidarsi al dna non è saggio? Ché è stato saggio affidarsi a diecimila anni (all'incirca) di religione e cultura?

P.S.
Berlusconi è ancora capo del governo.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

non è per mandare i tuoi post serissimi a puttane (si dice così, non è che voglio essere volgare) ma una riflessione spontanea mi viene: come sarebbe stata l'evoluzione del nostro pensiero se religioni e culture non avessero escluso (salvo pochissimie insignificanti eccezioni) le donne?
madreterra= cura della vita
padreterno=lotte e conflitti, nel suo nome
ok, ora vado a nanna, basta incursioni, promesso
mica è facile affrontare certi argomenti alle 23,27 di un sabato sera, in poche righe...

Luca Massaro ha detto...

Due eccellenti equivalenze.
'notte.