mercoledì 15 settembre 2010

Un pollo su un pullman

Un pollo su un pullman
in viaggio per Baden
avvolto in un loden
si sente nell'Eden;
sua moglie, col rimmel,
gli fuma le Camel.

Toti Scialoja, Versi del senso perso, Einaudi, Torino 2009

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Sei uno dei pochi, tra quelli che conosco virtualmente e non , ai quali piace Scialoja. Sono tornata indietro tra i tuoi vecchi blog e ho visto che ne hai pubblicati di suoi versi. Spero che altri si aggreghino a noi nell’apprezzarlo.
Ania

Anonimo ha detto...

boh...mi sembrano le poesie che scrivevo alle medie...mah...

Anonimo ha detto...

I versi sembrano banali o infantili, e proprio lì sta l’arte. Hanno il coraggio dell’artista, che è un adulto, ma che conserva integralmente ancora la struttura mentale di un bambino. Egli mette insieme cose che hanno dell’assurdo, come in un filo conduttore, l’ irrealtà delle cose, come in un gioco, che diverte e crea una fantasia di immagini che è difficile ignorare. Infatti ad ognuno di noi viene in mente l’infanzia ( la signora WW ha pensato subito alle poesie che scriveva da piccola) e la fantasia che è rimasta nell’artista, mette nei versi tutta la capacità ludica che spesso gli animali creano nella mente del bambino e suscitano un mondo che va aldi là della realtà e che confonde, come sempre fa nei giochi: l’umano con l’animale, facendo vivere a quest’ultimo, le stesse esperienze che potrebbe vivere un essere umano, ma nella goliardia del gioco infantile. Egli descrive tutto questo in pochi versi, brevi e semplici. Ecco perché Scialoja diverte e piace. Ma non ha niente a che vedere con i poeti classici e tradizionali che sono tutt’altra cosa.
E’ solo il mio punto di vista.
Ania