Non sono uscito di senno, ma sono stanco dell'estate.
Cerchi nel cassettone una camicia, e il giorno è perso.
Venga l'inverno e copra tutto, presto,
le città e le genti e, innanzitutto, il verde.
Io dormirò vestito, sfoglierò libri in prestito,
finché non se ne andrà per la sua strada l'anno, quel che resta,
come il cane che sfugge al cieco e che traversa
lungo le strisce pedonali. È libertà
se scordi il patronimico del capo,
se è dolce la tua bocca più della chalvà
di Shira'z e se, col cervello strizzato come il corno di un capro,
dall'occhio azzurro nessuna stilla scenderà.
Iosif Brodskij, Poesie, Adelphi, Milano 1986 (traduzione di Giovanni Buttafava).
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