giovedì 30 settembre 2010

Sognarsi servi

Fatti pure in quattro, allàrgati, notte,
quanto ti pare, io prima che sia giorno
sento la saracinesca del forno
sollevarsi, ridarmi alle interrotte


gioie cittadine. Mi scrollo, storno
numeri e altre ossessioni, studio rotte
accorte fra secche insidiose e frotte
di questuanti e cannibali, ritorno,


insomma, al vero, e - lo benedico.
Ma sì, meglio vedervi, meglio avervi,
atroci lacune, che con i nervi


mozzati e a fiato mozzo nell'intrico
dei simboli subirvi, non c'è, dico,
peggior servaggio che sognarsi servi.

Giovanni Raboni, Ogni terzo pensiero (1989-1993), da Tutte le poesie, Garzanti, Milano.

1 commento:

rom ha detto...

Raboni non aveva visto Inception, il film che sta girando nelle sale cinematografiche. E chi ha fatto il film non ha visto la realtà italiana, là dove la realtà supera la fantascienza: qui l'innesto è stato fatto a livello di massa, e la connessione con l'attività onirica degli italiani è stata attuata con la televisione, a casa di ciascuno.
La raccolta di Raboni si chiama, vedo, Ogni terzo pensiero. Nel film ci si muove su tre livelli onirici, e quello più profondo è quello in cui l'innesto di una idea è più potente, incontrastabile: il soggetto la riconoscerà come una propria idea.