«La concezione opposta della politica» [che usa le categorie primordiali di amore e odio «per dividere il campo dell'agone politico»] è espressa in una frase di Aristotele. Se là la politica è violenza e prepotenza, qui “compito della politica pare essere soprattutto il creare amicizia” tra cittadini, cioè legame sociale».
Gustavo Zagrebelsky, la Repubblica, 13 settembre 2010.
Saul Camorsa, docente di matematica, s'è recato fiducioso al collegio docenti di questa mattina e si è seduto di proposito vicino alla collega Lara Cumasso, docente d'italiano. Lavorano insieme da anni nelle stesse classi dell'Istituto tecnico commerciale di Abbiategrasso, ma tra loro non si è mai instaurato un rapporto che oltrepassi la sfera professionale e, di questo, Saul ha sempre avuto rammarico. Lara è (per usare un'abusata espressione morettiana) una splendida quarantacinquenne, dai capelli rosso henné e generosi, immancabili, decolleté sui quali Saul ha indugiato a lungo gli sguardi nel corso degli anni, sempre con la massima discrezione; egli è un timidone, incapace di qualsiasi battuta salace, costantemente timoroso di provocare irritazione verso i suoi palesi “oggetti” del desiderio. Per queste ragioni, ha sempre trombato poco nella vita e quelle rare volte che l'ha fatto è stato perché si è trovato con le mani di una donna che lo cercavano sotto la cintura. Rare volte, remote, non più dimenticate e continuamente ricercate, inutilmente.
Saul stamani è di buon umore; un caffè e la lettura del suo stimatissimo professor "Zagre-bel-cielo" hanno infuso in lui fiducia.
«Ciao Lara, tutto a posto? Ha cominciato da molto il Dirigente?»
«No, saranno cinque minuti. Sì, tutto a posto, grazie».
Il Dirigente adesso annuncia che i sindacati hanno previsto un'assemblea generale per il primo giorno di scuola specificando le modalità di adesione.
«Che ne pensi Lara? Andiamo? Ho sentito che il settanta per cento del personale delle scuole pubbliche ha dato l'adesione».
«Io faccio parte del trenta», replica Lara che, per smorzare l'afa che cresce dentro la sala docenti, prende Il Giornale dalla borsa per sventolare i suoi rossi capelli.
Saul si alza, va in bagno per orinare e, guardando prima il suo pene e poi la sua faccia allo specchio, mormora tra sé e sé, lavandosi le mani: «Caro Aristotele, non hai capito un cazzo».
2 commenti:
Come fa una con quel colore di capelli a non partecipare allo sciopero? Rovina la reputazione delle rosse, donne passionali, in tutto e per tutto...(forse perché è solo hennè, quindi falso...) ;)
Spero che Saul abbia capito come sia scostante e antipatico l'atteggiamento di Lara che se la tira tanto, con lui però, e secondo me, una che compra Il Giornale, anche solo per farsi vento,e non aderisce tra i settanta è anche quella che se ha l'occasione di ottenere un Ministero o almeno un posto in Prlamento si scioglie e si addolcisce, ecco perché per il povero Saul non ci sono speranze.
Come al solito riesci a cogliere sempre dal reale.
Ania
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