domenica 19 settembre 2010

Traditori dello Stato

«Un politico cattolico è traditore dello Stato in potenza, sempre; e lo è in atto quando Stato e Chiesa entrano in attrito. “Noi abbiamo due appartenenze – spiegava un politico cattolico, non molto tempo fa – una alla Chiesa, l’altra alla politica. Per me, per tutti noi cattolici, insomma, il vero capo è lui: il papa. Per noi è il vicario di Dio in terra” (Pierluigi Castagnetti – Corriere della Sera, 25.3.2009)».

Adro, il sindaco: «Rimuovo i simboli soltanto se me lo chiede Bossi».

Se gli atti e le parole del sindaco leghista di Adro hanno indignato e indignano (credo) la maggioranza dei cittadini italiani (tanto che il ministro Gelmini si è vista costretta a intervenire), allo stesso modo parole come quelle dell'onorevole Castagnetti (preso ad esempio, ma non è l'unico a parlare e pensare così) dovrebbero suscitare indignazione, denuncia, rifiuto. Dite che esagero? Dite che i due casi non possono essere posti sullo stesso piano? 
A discapito del sindaco leghista va il fatto che quella della Lega è una religione relativamente giovane, una religione in nuce che ancora non ha alle spalle secoli di tradizione (ma già un ventennio di concimazione territoriale ha dato i suoi frutti... avvelenati). Ma le procedure di formazione, consenso e assembramento leghisti sono pressoché simili a quelle avute dal cattolicesimo per diventare tradizione in Italia e in Europa. Se il leghismo durasse nel tempo con la stessa forza ed efficacia del cattolicesimo vi accorgerete, cari posteri, quanti bei simbolini verdi vi troverete nelle scuole e negli edifici pubblici del nord. Il Crocifisso e il Sole delle Alpi hanno, per chi li difende nei luoghi pubblici, lo stesso valore, solo che il primo ha dalla sua il fatto che è un simbolo religioso consolidato di una nazione.
E ancora: come sembra scandaloso che il sindaco dichiari che i simboli li rimuoverà solo se glielo dirà il Bossi, perché non sembra altrettanto scandaloso che un politico di una Repubblica (sulla carta) laica dichiari che, su certe questioni politiche si rimette al magistero della Chiesa?
Così come i leghisti si sono impossessati di un Sole che è di tutti, che è lì ma anche altrove e splende sui buoni e sui cattivi, sui rintronati e sugli invasati, allo stesso modo i cattolici si sono impadroniti di un sole di carne, che un paio di millenni fa fu messo in croce, perché predicava cose rivoluzionarie ai suoi fratelli, ebrei e non. E quello che più mi scandalizza è che un particolare capo di stato quale il Papa non abbia capito, nella sua profonda e fine teologia, che per essere veri vicari di Cristo occorrerebbe rifiutarsi di esserlo, dichiararne l'impossibilità, rinunciare per sempre a che qualcuno ne abbia la pretesa, giacché Cristo (per Cristo ed in Cristo) non si sentirebbe affatto rappresentato da qualsivoglia autorità religiosa.

Stesso discorso, si badi, vale per tutte le religioni, anche per l'Islam. Più lo Stato cede spazio pubblico al religioso, più il religioso interferisce con i principi dello Stato (moderno, democratico) avanzando assurde pretese di legittimità, di tradizione, di libertà come spazio da conquistare a scapito di altri valori, di altre confessioni politiche o religiose.

Se sbaglio, voi mi corriggerete.

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