«Quale situazione potrebbe essere più difficile di quella in cui il cervello si trova di fronte alle circostanze dell'epoca, complicate anche da questioni [celebrative]? E si tratta di un cervello che si è impegnato a tempo - e in buona fede - a una denuncia degli ultimi giorni dell'umanità!¹ Sempre più ricettivo che produttivo, esso accoglie, assieme agli orrori, la sorpresa del ritorno, il pericolo dell'aumento, sorretto invano dalla formula shakespeariana che lega così bene dolore e conforto:
Dio, chi può dire peggio di così non può andare?
Ora è peggio che mai.
E può andar peggio; non è il peggio
finché si può dire: questo è il peggio».
Karl Kraus, La terza notte di Valpurga, Editori Riuniti, Roma 1996 (traduzione Paola Sorge).
¹In riferimento al capolavoro dell'Autore, Gli ultimi giorni dell'umanità
2 commenti:
Stavo per commettere una svista e ripostare questo brano.
Grazie ai tags ho provveduto a cambiare con questo proposto, sempre calzante mi pare.
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