giovedì 15 luglio 2010

E D'Alema bussò alla porta del Sole

D'Alema propone un governo di transizione; non vuole che Casini fugga giacché ha ormai deciso, dentro sé, che quella con l'Udc è l'unica alleanza possibile che il centro-centro-sinistrina ha per battere il centrodestrona. Aldilà che egli possa aver ragione o torto (per me ha torto, ma lasciamo perdere) mi è piaciuta la risposta all'ultima domanda dell'intervista rilasciata a Maria Teresa Meli.

E perché mai il Pdl dovrebbe scaricare Silvio Berlusconi per metter su un governo di transizione con le forze dell’opposizione?

«È chiaro che se questo discorso non troverà un ascolto nell’ambito della maggioranza è probabile che si arriverà alle elezioni anticipate, perché ormai la situazione non è più sostenibile. Però se dentro il Pdl ci sono persone preoccupate del destino del Paese e non soltanto cortigiani — e io non credo che ci siano esclusivamente cortigiani perché comunque è una grande forza politica che ha avuto il voto di tanti milioni di italiani — questa prospettiva è attuabile. Insomma, il Pdl deve dimostrare se è un partito o una sorta di sultanato. I partiti nelle democrazie moderne hanno la capacità di guardare agli interessi del Paese anche al di là del destino delle leadership, che possono anche cambiare. Per loro questa è una prova importante».

Mi sono piaciute tali parole perché affidano all'attuale classe dirigente e all'elettorato del PdL la responsabilità della grave situazione in cui il Paese si trova, glissando elegantemente sul fatto che se le cose stanno così è proprio colpa di quelle persone che finora sono state “soltanto cortigiani” al servizio dei desiderata del Sultano.

Insomma, D'Alema spera che anche all'interno del centrodestrona accada qualcosa di paragonabile a ciò che accade nel centro-centrosinistrina. E cioè che avvenga una rissa costante tra la nomenclatura e che, soprattutto nell'elettorato, nasca quel minimo spirito critico e di ribellione che dalla sua parte di certo non manca e non è mai mancato. Ma si torna lì al punto: quella grande agenzia culturale del Paese che Mediaset è [D'Alema dixit] ha talmente rincoglionito quella parte di elettorato che sarà difficile far nascere in essa quello spirito critico che tanto caratterizza gli elettori del centrosinistra che pensano, oltre ai suordi, alla fessa e al calcio, altresì a mandare spesso a fanculo la propria parte politica quando male li rappresenta.

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