Dare formalità burocratica ad una vittimizzazione, ovvero deferire ai probiviri e cercare appigli notarili per “cacciare” il nemico, il traditore mi ricorda le modalità sacrificali che il Bruto shakespeariano suggerisce ai suoi cospiratori (ma nel nostro caso è Cesare a voler “sacrificare” Bruto): nel riportare il brano apporterò dei cambiamenti ai nomi per una migliore comprensione della cosa.
UFFICIO POLITICO DEL PARTITO DELL'AMORE La nostra azione gronderebbe troppo sangue, o Berlusconi, se tagliassimo dapprima il capo e squartassimo quindi le membra, trasportati dapprima da ira mortale e quindi dall'odio [...] Cerchiamo di essere dei sacerdoti sacrificali, ma non dei beccai, o Berlusconi. Noi tutti ci leviamo contro lo spirito di Fini; e nello spirito degli uomini non c'è sangue: oh, se potessimo raggiungere lo spirito di Fini senza per questo, di necessità, dover lacerare Fini membro a membro! Ma ahimè, è forza che, per tutto questo, Fini versi il suo sangue! E dunque, o nobili amici, uccidiamolo con coraggio ma non con ira; che si scalchi come un cibo degno degli dèi, ma che non lo si squarti come una carcassa da gettare ai cani. E che i nostri cuori, come degli scaltri padroni, spingano i loro servitori a un atto di violenza ed abbian dopo l'aria di muover loro rimprovero. Tutto questo farà in modo che il nostro proposito appaia necessario e non ispirato dall''odio, dimodoché, apparendo a questo modo agli occhi del volgo, ci si chiami con il nome di purificatori e non con quello di assassini».
William Shakespeare, Giulio Cesare, Atto secondo, Scena prima, traduzione di Gabriele Baldini, Rizzoli, Milano 1963
N.B. In luogo di Bruto ho scelto il nome legione dell'Ufficio Politico del PdL. Il nome Berlusconi sostituisce Caio Cassio, mentre quello di Fini sostituisce Cesare.
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