Oggi la filosofa Michela Marzano, ritenuta, forse non a torto, una delle più influenti maîtresse à penser di Francia, ha scritto un commento per la Repubblica («Il papà solo» ancora a pagamento online) in merito alla vicenda dei “ragazzi-padre” dettata dall'attualità del caso Cristiano Ronaldo che vuol fare il padre-solo, appunto. Non entro nel merito della questione, voglio solo far notare che quando un intellettuale viene chiamato dalla redazione di un importante giornale per scrivere – a pagamento, giustamente – un articolo su un argomento di “pressante” attualità, beh credo che davvero questo dimostri come la sua opinione sia tenuta da conto e trovi riscontro sia nella direzione del giornale che nei suoi lettori.
Ma è proprio necessario che ogni frivola notizia di costume sia nobilitata da cotanto acume critico?
Questo discorso, lo ammetto, potrebbe far pensare ch'io mi stia dando, da solo, la zappa sui piedi, giacché anch'io, da periferico blogger quale sono (pardon: credo di essere), cerco, pressoché diuturnamente, di scrivere commenti sulla surreale realtà che mi circonda.
Ma c'è una differenza sostanziale. Io lo faccio per mero divertimento e gli argomenti da trattare me li scelgo da solo. In più non ho l'assillo di commentare fatti che secondo me non andrebbero affatto commentati o andrebbero tuttalpiù relegati in una rubrica minima come quella che il compianto settimanale satirico Cuore titolava «E chi se ne frega».
Mi spiego meglio. Io dagli intellettuali che hanno il privilegio di scrivere sulle più importanti testate nazionali e internazionali mi aspetto sempre che affrontino temi di più ampio respiro di quelli legati a semplice materia gossipparia. O, perlomeno, gli intellettuali potrebbero anche sfruttare questi eventi minimi, ma per trarne poi spunto sì da farci arrampicare, noi lettori, sulle montagne improbabili del pensiero: per sollevarci, per rinfrancarci dalla valanga di notizie di merda che quotidianamente infettano i nostri cervelli.
Si badi bene, io qui non sto criticando affatto Michela Marzano. Sto criticando l'andazzo, de la Repubblica e di altri importanti giornali, di commissionare ai loro prestigiosi commentatori articoli che cercano di dare spessore al niente. Secondo me i più bravi ormai in questo compito sono i bloggers: coloro che gratuitamente hanno da dire qualcosa di significativo anche sul niente senza che nessuno glielo commissioni. Per questo, se fossi direttore di un quotidiano, non chiederei nessun commento “su misura” ai miei collaboratori “esterni”: aspetterei che questi me li inviassero se davvero essi sentissero l'urgenza di dire qualcosa di significativo, anche sul nulla: io mi limiterei a selezionare. Se casomai dopo sulla mia scrivania non arrivasse nulla, questo vorrebbe dire che, su certe notizie, non c'era niente da capire («Le stelle sono tante, milioni milioni, la luce dei lampioni si confonde sulla strada lucida...»).
Boh, chissà se ho detto qualcosa d'interessante, oppure se ho preso una cantonata. Chissà, sono qui per dilettarmi e per confondermi... («Seduto o non seduto, faccio sempre la mia parte, con l'anima in riserva e il cuore che non parte. Però Giovanna io me la ricordo...»)
5 commenti:
E non c'è niente da capire... se non il modus operandi del giornalismo nostrano. Del resto anche "Repubblica" con De Benedetti alla guida, altro non è che un potere forte sempre nostrano.
Michela Marzano é una continua e spaventosa fonte di banalità, é triste che oltre a scrivere sui giornali (pazienza, lo fa anche Galimberti) qualcuno, in Italia e in Francia, le attribuisca una reputazione di pensatrice rilevante.
Ne avevo sentore, Raffaele, dell'insussistenza della Marzano, ma non le prove: l'ho letta sempre e solo di striscio, con senso di noia.
e non ti viene il dubbio che la marzano a sua volta sia fuffa?
leggi la sua rubrica sui mondiali in sudafrica? è una roba tipo "rigore, gol. heidegger ne avrebbe sicuramente detto che...". a me sembra fuffa postmodernista della specie peggiore, un po' come quando baricco ti parla della santacroce o dei videogiochi e per sbalordirti li paragona a rossini. la marzano non sa nulla di calcio -si vede- però scrive di calcio, i suoi accostamenti sono pretestuosi, il tono è inutilmente pedante. non è diverso quando parla di cose che in teoria dovrebbe conoscere, il corpo, il gender, eccetera, perché infila filosofemi generalmente scolastici per imbottire considerazioni da bassa sociologia. per ciò mi chiederei se sia un caso che scriva sulla Repubblica, posto che condivido la critica che fai al giornale. poi ci scrive anche umberto eco, ma ogni suo articolo lascia cinque o sei spunti di riflessione, quelli della marzano lasciano il nulla, anzi, lasciano la fastidiosa impressione che avverti che si stia gonfiando forzosamente il nulla. ma è davvero tutta colpa del giornale?
Gentile Anonimo, immaginando il peggio, ho sempre evitato di leggere la rubrica della Marzano sui mondiali, ma le tue parole ne danno conferma. Non ne dubito: fuffa allo stato puro, e non si capiscono le motivazioni.
Ma a chi attribuire la responsabilità di tali rubriche se non al direttore del giornale che le approva? O forse sono i lettori che chiedono di soddisfare i loro bassi istinti tafazziani?
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