Stasera mi son barcamenato in tv tra M. Le President Nicolas Sarkozy (su France 2) e In onda con ospiti Giannino e Travaglio (su La 7).
Sarkozy brizzolatino col M. David Pujadas che lo intervistava a tutto campo, faccia a faccia all'Eliseo. Un tavolino di granito soltanto separava il presidente e il giornalista. E quest'ultimo mai prono, incalzava Sarcosio sulle importanti questioni che lo spiaccicano al muro della pubblica opinione francese. Pensare una cosa così del Nostro... impossibile: egli conosce solo le comode poltrone del pronissimo Vespa.
Di là, su La 7 ho visto solo un breve passaggio ove i due intervistati concordavano su due punti (legge bavaglio, declino Berlusconi). Declino non vuol dire fine, che la putrefazione può durare a lungo - questo Travaglio. E che, purtroppo, all'opposizione, c'è il vuoto, il nulla; addirittura, se B. cade, non è detto che dopo non rivinca, eccetera.
Tutto vero, ma mi pare che a forza di ripeterlo questo refrain diventi legge; e che questo dia molta forza all'Avversario, sempre, anche nello schifo in cui si trova e in cui trascina la nazione. Basta. In questo momento non bisogna fare tanti distinguo. Si tratta di emergenza. Emergenza istituzionale. E per uscire da tale emergenza qualsiasi cosa va bene, qualsiasi soluzione. Anche il vuoto, anche il nulla. Perfino una grande ammucchiata andrebbe bene: in fondo, se si sommano tutte le incongruenze e tutte le nullità che compongono il centro-centro-centro sinistra, il risultato sarà sempre meno vergognoso, meno umiliante di quanto lo sia ora.
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