giovedì 8 luglio 2010

Il tempo è un imbroglio

Non succederà, ma come sarebbero belle le elezioni politiche anticipate.
Lo so: sono un irresponsabile (ah, ah). Ma ho tanta nostalgia dei governi balneari, degli eroi del pentapartito, di una sinistra che non era un'ipotesi, della fluidità della politica, della crescita sostanziosa del PIL e del debito pubblico, dei frequenti congressi di partito nelle calde estati d'Italia, quando le cicale cantavano e le formiche potevano andare a farsi fottere.

Il tempo è un imbroglio
che non sviluppa nessun accordo:
non suggerisce ciò che voglio
dona spazio solo al ricordo.
Inutile che stia sveglio
con il sole che m'abbaglia:
mi assopisco in un lampo
disteso e perso là nel campo.
D'improvviso mi risveglio
colgo un fiore e me lo mangio:
cazzo è luglio mica maggio!
Sputo il fiore, sa di rancio
È già tardi: andiamo Pancho,
ricominciamo il nostro viaggio.

Dicono che l'attuale opposizione non sia pronta e che si corra il rischio, con delle eventuali elezioni anticipate, di rivedere Berlusconi di nuovo vincente, ancor più forte e più bello di pria. A proposito, Berlusconi. Ma non avvertite anche voi nella pronuncia stessa di questo cognome un senso intrinseco di ridicolo, di buffonaggine assoluta, di rincoglionimento pervasivo? No? È un sentore mio particolare, forse. Nomen omen? Tra il lusco e il brusco. Bruscoloni. Bescuzzoni. Biscazzoni. Bertuccioni. Beccamortoni. Slurpazzoni. Specchiatevicoglioni.



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