Quel pomeriggio che mi dovevano esaminare
Sulle principali verità della fede
Superata ogni prova preliminare
Ero vicino al giudizio più alto
Ti interrogherà – dissero
Non proprio Gesù Cristo né il suo vicario che è il Papa
Ma il Cardinale vicario del vicario
E se lui anche dovesse mancare
Sempre al suo posto c'è un quarto
Rosso e nero talare –
Vieni, noli timère
Rispondi calmo senza mangiarti le parole
Mi domandò se prima che Mosè
Promulgasse i Dieci Comandamenti
Il mondo era dunque una giungla
Di ruberie bugie e ammazzamenti
Un trabocchetto – subito me ne avvidi
Sicché con occhio furbetto di sguincio
Guardando al Padre prefetto che mi scortava
Benché un po' di baruffa mi sembrava
Gli dissi la risposta che avevo imparato –
Oh no, monsignore
I Dieci Comandamenti erano ancora da venire
Ma già li avevano nel cuore
Però nel coro delle ammirate approvazioni
Inebriato mi posi a considerare
Che se un qualche canonico impedimento
Li avesse tolti di mezzo provvidenziale
Un dopo l'altro – Vescovo e Cardinale
E finalmente il Papa – chi c'era più
A chiudermi la strada per arrivare a parlare
Col nostro signore Gesù.
Giovanni Giudici, Il ristorante dei morti, Mondadori, Milano 1981.
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