domenica 11 luglio 2010

I vicari

Quel pomeriggio che mi dovevano esaminare

Sulle principali verità della fede

Superata ogni prova preliminare

Ero vicino al giudizio più alto


Ti interrogherà – dissero

Non proprio Gesù Cristo né il suo vicario che è il Papa

Ma il Cardinale vicario del vicario

E se lui anche dovesse mancare


Sempre al suo posto c'è un quarto

Rosso e nero talare –

Vieni, noli timère

Rispondi calmo senza mangiarti le parole


Mi domandò se prima che Mosè

Promulgasse i Dieci Comandamenti

Il mondo era dunque una giungla

Di ruberie bugie e ammazzamenti


Un trabocchetto – subito me ne avvidi

Sicché con occhio furbetto di sguincio

Guardando al Padre prefetto che mi scortava

Benché un po' di baruffa mi sembrava


Gli dissi la risposta che avevo imparato –

Oh no, monsignore

I Dieci Comandamenti erano ancora da venire

Ma già li avevano nel cuore


Però nel coro delle ammirate approvazioni

Inebriato mi posi a considerare

Che se un qualche canonico impedimento

Li avesse tolti di mezzo provvidenziale


Un dopo l'altro – Vescovo e Cardinale

E finalmente il Papa – chi c'era più

A chiudermi la strada per arrivare a parlare

Col nostro signore Gesù.


Giovanni Giudici, Il ristorante dei morti, Mondadori, Milano 1981.

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